Il Ghetto Ebraico, splendido museo a cielo aperto di Roma
Vivida testimonianza di come erano costretti a vivere gli ebrei a Roma durante la dominazione papalina, il Ghetto di Roma, è, nel suo complesso, un luogo ricco di numerose testimonianze culturali e archeologiche, oltre che una meta imperdibile per la sua tradizionale e tipica cucina. Facente parte del Rione XI – Sant’Angelo, il ghetto ebraico è uno dei più significativi ed emblematici luoghi della Città Eterna.
Ghetto Ebraico
Storia e Descrizione
La visita al Tempio Maggiore di Roma (principale sinagoga della città), al Museo Ebraico, al Museo della Shoah, al Palazzo Costaguti, come pure la presenza di sampietrini in ottone e dal color dorato ove sono stati riportati i nomi di coloro che vennero condotti nei campi di concentramento, sono, invece, potenti e importanti testimonianze che ricordano come l’antisemitismo sia, purtroppo, un sentimento che ha saputo attraversare il tempo.
Il ghetto ebraico è un incredibile e meraviglioso museo all’aperto. Monumento risalente al periodo augusteo, il Portico di Ottavia è un fantastico esempio delle bellezze ammirabili in questo luogo. Realizzato a cavallo del 33 e del 23 a.C., fu dedicato da Augusto a sua sorella Ottavia. I resti attualmente visibili di questo complesso monumentale della Roma antica appartengono alla ricostruzione radicale che ebbe corso all’epoca di Settimio Severo.
Particolarmente affascinante è, poi, la visita serale, quando, grazie ad una attenta illuminazione, il Portico di Ottavia diventa ancor più suggestivo. Alle spalle di questa memoria storica conservata nel ghetto, si trova la Chiesa di Sant’Angelo in Pescheria, che deve questo suo particolare nome al fatto che, in antichità, nelle sue immediate vicinanze, si trovava il mercato del pesce. Eretta nell’VIII secolo, conserva al suo interno interessanti esempi artistici e architettonici.
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Altro must presente nel ghetto ebraico di Roma, è il celeberrimo Teatro Marcello, la cui struttura è stata un modello di riferimento nell’antica Roma come, ad esempio, per la progettazione del Colosseo. Iniziato da Giulio Cesare, il progetto venne, poi, ripreso da Augusto. Successivamente, fu restaurato da Vespasiano e da Alessandro Severo.
Deliziosa quanto, apparentemente, stravagante, la Fontana delle Tartarughe è un incantevole piccolo monumento a cui è legata una nota leggenda popolare. Si tramanda, infatti, che il duca Mattei, nel tentativo di stupefare il futuro suocero riottoso a dargli sua figlia come moglie, feci sì che, in sola notte, fosse realizzata la fontana. Al mattino, tanto il padre quanto la figlia, furono invitati dal duca Mattei ad affacciarsi per ammirare l’opera. Ovviamente è solo una leggenda ma, che, tuttavia, induce romani e turisti a visitare una indiscussa protagonista del ghetto ebraico di Roma.
Tra i numerosi edifici che contraddistinguono questi luoghi, è da ricordare Palazzo Manili, che ha una storia molto particolare. Fu fatto erigere nel 1468 da Lorenzo Manilio, un commerciante innamoratissimo di Roma. Motivo per il quale, sul suo palazzo vennero create delle decorazioni fortemente richiamanti gli splendori passati della città. Ancora oggi, seppure a distanza di così tanto tempo, costituiscono una forte attrazione.
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A non molta distanza da questo palazzo, si può ammirare il Piazza delle Cinque Scole, al cui centro sorge Fontana del Pianto, al cui progetto prese, anche Giacomo della Porta, uno tra i più importanti scultori del cinquecento. Se il nome della piazza deriva dal trovarsi proprio di fronte alla Chiesa di Santa Maria del Pianto, il nome della piazza, invece, deriva dal fatto che qui, un tempo, si trovava un palazzo che custodiva al suo interno ben cinque sinagoghe.
Altro luogo da visitare, è la Chiesa di San Gregorio in Divina Pietà che, tra l’altro, conserva una iscrizione risalente allo Stato Pontificio ove era riportato l’obbligo degli ebrei di predicare in questo luogo.
Biglietti e Visite Guidate
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Come Arrivare
Il Ghetto Ebraico si trova sulla riva ovest del Tevere, all’altezza dell’isola Tiberina. La fermata metro più vicina è “Colosseo”, sulla linea B.
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