Modi di dire Romani: i 20 più belli e divertenti
Se “mettice na toppa!” è una chiara esclamazione di approvazione, il “me ne stoppo”, sta per un chiaro me ne frego. Dall’amichevole “Se semo visti”, ovvero ciao, si può, anche passare ad un meno amichevole “stà in campana”, ossia un invito allo stare attenti. Se, invece, dovesse capitare di ascoltare un romano che dovesse dire di “avecce le fregne”, si dovrà intendere che la persona è incavolata, così come se un qualcuno dicesse “cascà come na pera cotta”, vorrà dire cadere come un sasso.
Molti dei modi di dire romaneschi, proprio per il loro sintetico significato, sono divenuti parte stessa della lingua italiana. Pur tuttavia, pronunciati da un romano verace assumono una scenografia unica e rara, in grado, quindi, sulla base delle sfumature del dialetto, di assumere differenti significati. Il dialetto romanesco, pertanto, è assolutamente ricco di esclamazioni, di forme idiomatiche e modi di dire. Non per nulla, vi sono appositi modi di dire romani indirizzati alle persone, come, anche, per indicare gli attribuiti fisici, oppure il modo di vestirsi, di proporsi, così come pera i soldi e per gli affari e via dicendo.
Per comprendere una così ampia varietà di modi di dire, si potrebbe ricordare che a Roma prima si è una creatura, poi si diventa un pupo, un pischiello, per poi essere i rigazzi e i giovinotti. Senza alcun politically correct a Roma, una ragazza può, ad esempio, essere una zinnona, una strappona, una sgallettata.
Non è poi difficile sentire appellativi come scrocchiazeppi, bambacione, buzzicone, traccagnotto, cozza. Se poi si intende un intellettuale è facile sentire dire che è un baciapile. Bajocchi, papabraschi, piotte, svanziche indicano i soldi mentre alcuni dei “termini economici”, possono essere sparambio, esse spennato, carestoso.
Ma veniamo al dunque e scopriamo insieme i 20 modi di dire Romani più belli e divertenti da conoscere assolutamente. Eccoli!
- Abbioccasse; appennicasse; avecce la cecagna
Tutti e tre i modi di dire indicano uno stato totale e completo di relax, di calma assoluta. - Abbozzà
Classico modo di dire per indicare l’accettazione di un qualcosa o di un pensiero in una maniera che non prevede alcuna forma di diniego. - A caterve
Ovvero, in grande quantità. - Annà in puzza
Tradotto equivale ad un impermalosirsi. - E quann’affitti
Sta per: è una cosa lunga. - C’ho na zella
Ovvero, ho una jella. - Datte na mossa
Sbrigati, sii veloce. - Famo a capisse
Intendiamoci. - M’arimbarza
Non mi fa né caldo né freddo. - Er mejo fico der bigonzo
Il più “bello”, detto in forma ironica. - Come er cacio sui maccheroni
È indicante un perfetto abbinamento. - Esse de coccio
Essere testardo. - Aripijate
Evita di esagerare, controllati. - Cercà cor lanternino
Cercare un qualcosa che è difficile da trovare. - Fijo de mignotta
Da non confondere con fijo de na mignotta, che è, invece, un insulto. In questo caso significa essere furbi. - Vecchio com’er cucco
Molto vecchio. - Ndo cojo cojo
Andare senza una meta precisa. - Me sta a dà er pilotto
Mi stai dando il tormento.
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