Le 25 più belle e divertenti Parolacce in Romanesco
Il vernacolare del dialetto romano, ha molteplici caratteristiche che vanno dall’espressione vocale e facciale, alla quasi totale assenza di inibizione linguistica. In pratica, si presenta estremamente ricco di frasi che sono particolarmente colorite e infarcite di termini che vengono ad essere liberamente usati e che, in sostanza, sono delle vere e proprie sostituzioni di concetti.
Nel contesto di quello che è il vero dialetto romanesco, quindi, non vi alcun ricorso ad un turpiloquio, ma solamente si vanno ad usare espressioni che potranno risultare forse essere sconce o volgari, ma che sono efficaci e stringenti.
La parolaccia romanesca, perciò, è parte integrante di un normale dizionario, di un tradizionale modo di essere e di agire. Non per nulla, sono frasi apparentemente scurrili, ma che in realtà fanno parte della storia e della cultura popolare, utilizzate per potersi esprimere in un linguaggio colorito e spontaneo.
Vediamo, pertanto, le 25 più belle e divertenti parolacce in romanesco. Eccole!
- Li mortacci
Classica parolaccia romana. Assume significati vari a seconda dalle sembianza corporali, facciali e dal tono. Infatti, può esprimere compiacimento, sorpresa, ammirazione, così come sentimenti che possono essere tanto minacciosi quanto neutri. - Vviè cqua, a fijo de ‘na mignotta!
Anche questa tipica espressione romana, può essere un insulto come un semplice rafforzativo dal senso ironico. - Ahó, come stai? Possin’ammazzatte!
Apparentemente può sembrare incoerente informarsi sullo stato di una persona e, contemporaneamente, augurargli una morte. In realtà è espressione romana di colorita cordialità. - Ma va’ mmorì ammazzato!
È, in linea generale, una espressione romanesca in uso per dimostrare una forte disapprovazione in merito ad un discorso o ad un altrui atteggiamento. - Possi campà quanto ‘na scoreggia!
Esprime due opposti concetti ovvero, il complimento per essere un grande paraculo e il senso dispregiativo di chi, invece, è un imbroglione. - Si’ te pijo t’arovino, te corco
Sta per: se ti acciuffo userò delle manieri poco gentili. - Devi solo che abbozza’
Sta per: non è il caso che tu reagisca. - In culo te c’entra, ma in testa no
Riferito ad una persona che ha difficoltà serie di comprensione. - Stai fori coll’accuso
Riferito ad un comportamento che superato ogni limite di sopportazione. - Er duro vallo a fa’ ar cesso
Invito a non fare il minaccioso. - Stamme a ‘n parmo dar culo
Espressione indicante la necessità di mantenere una opportuna distanza. - Nun sta a fa’ er bavetta
In pratica, non ingannarmi. - Sei ‘n ciocco de legno
Riferito a persona con limitate capacità intellettive. - Ciccia ar culo!
In pratica equivale al non me ne importa niente. - Buzzicone
Persona dal peso notevolmente eccessivo. - Je pesa er culo
Riferito ad una persona particolarmente pigra. - C’ha le pezze ar culo
Ovvero persona alquanto povera. - Che bbùcio de culo!
Riferito a persona con grande fortuna. - Devo annà a fa’ piagne ‘r drago
Riferito a quando si deve andare al bagno. - Te rivorto come ‘n carzino
Ovvero mi hai fatto proprio arrabbiare. - Nun me te filo de pezza
Manifestazione di totale disinteresse nei confronti di una persona. - Me sto a caca’ ‘n mano dar freddo
La temperatura è notevolmente rigida. - A chi tocca ‘n se ‘ngrugna
Sta per: a chi tocca, tocca. - C’hai ‘na fiatella che abbronza
Riferito a persona dalla trascurata l’igiene orale. - A ‘nfame
Riferito a chi compie azioni spregevoli. Per un romano, è una delle offese più pesante!
Se siete alla ricerca di altre espressioni simpatiche e colorite, non perdete neanche il nostro articolo: Modi di dire Romani: i 20 più belli e divertenti.
Le espressioni sono state tratte da Frasario.it, sito con oltre 100.000 frasi, citazioni e aforismi.